Formaggio padano = vacca spremuta – Riflessioni dopo una giornata con gli animali schiavi

Riflessioni dopo una giornata con gli animali

Credo di poter dire che la Pianura Padana, con il clima come questo sta diventando, non sia più un ambiente adatto all’allevamento della vacca da latte. Troppo caldo in estate e troppo freddo in inverno. Oggi ho visto animali morti o morenti sfiniti, odori nauseabondi in stalle e nei pressi di stabilimenti di macellazione, mosche che si pasciono sulle lacrime, attorno agli occhi, alle narici ed alla bocca di una vacca che non riesce più ad alzarsi. Ho cercato di alleviare quel fastidio cacciando le mosche e versando un po’ d’acqua sulle labbra arse dal caldo e dal respiro affannoso, la cosiddetta “fame d’aria”, per cinque o dieci minuti che hanno preceduto l’arrivo del macellatore che con la sua pistola a proiettile captivo, e l’affilato coltello per la yugulazione, ha messo fine all’attesa ed alla sofferenza. Ho preso la decisione di non consumae più il formaggio vaccino prodotto in questa zona, il re dei formaggi, almeno fino a quando non potrò verificare che lo sfruttamento di questi animali non sarà rientrato nei limiti “dell’umano” (o dovrei dire “bestiale”?). Ci deve essere una inversione di tendenza nerlla selezione degli animali, che devono produrre meno e di conseguenza campare di più e meglio. Quest’anno voglio proprio vedere come andrà a finire: di granturco ce n’è solo il 15% del previsto (dicono), i campi coltivati a medica si presentano radi ed asfittici. Cosa daranno gli allevatori da mangiare a queste mucche? Per non parlare dell’acqua, con la siccità di questa estate chissà i pozzi in che condizioni sono… Non mi vergogno di affermare che spero che molti animali muoiano letteralmente di fame e di sete… si libererebbero dal loro karma e l’uomo dovrebbe ripensare a molte cose e dare una ridimensionata nello sfruttamento degli animali e dell’ambiente.

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